Il social lending è l’ultima frontiera dei prestiti, la più “umana”, la più vantaggiosa: in relazione ad esso sparisce, infatti, l’intera struttura della Banca, per affidare ai privati cittadini il compito di sostenersi a vicenda, in modo che sia gli investitori che i richiedenti possono trarne un maggior beneficio in termini di interessi, più alti per i primi (calcolati sul rischio dell’investimento) e più bassi per i secondi.
Apparentemente queste piattaforme P2P sembrano il luogo ideale per chiunque voglia richiedere un prestito, laddove le domande di finanziamento siano state rifiutate da ogni istituto bancario. In realtà non è proprio così e questo per un motivo molto semplice, che andremo a spiegare.
Per godere di tutti i vantaggi, che il social lending offre, c’è la necessità di una condizione necessaria, in mancanza della quale si mette in discussione l’intera sua struttura: questa condizione, che riguarda i richiedenti, è anzitutto una solida reputazione creditizia. Cattivi pagatori, protestati e insolventi, non possono accedere a tale forma di prestiti: proprio perché il sistema li eroga apparentemente senza garanzie, l’unica sarebbe basata sull’affidabilità.
In soldoni: mancando l’intera struttura bancaria, sono i privati investitori a mettere in circolo il meccanismo del P2P: all’interno della piattaforma, scelgono le domande di credito da finanziare e il rischio che i debitori non restituiscano il prestito deve essere ridotto al minimo. Ciò è possibile grazie ad un sofisticato sistema di rating, collegato al CRIF, che ne valuta l’affidabilità sulla base di tre aspetti fondamentali:
- reputazione creditizia
- condizione lavorativa
- reddito percepito.
Che cos’è il rating nel social landing?
Il rating non è altro che una sorta di livello di affidabilità dell’utente, molto simile a quello che viene considerato dalle banche, quindi, in sostanza, più il punteggio è basso, maggiore sarà il tasso di interesse per compensare il rischio degli investitori. D’altra parte, se i requisiti elencati rientrano in un range di rischio approvato dalla stessa piattaforma, allora il social lending diventa una valida alternativa al sistema tradizionale delle banche per tutti coloro che vogliano richiedere un prestito e, in primis, in essa investire.
Per preservare l’intera struttura e salvaguardare gli interessi dei prestatori, quindi, vengono adottate, in genere, due misure cautelative:
- attraverso la diversificazione del rischio, ossia suddividendo tra più richiedenti l’ammontare della somma, che viene appunto investita dal prestatore;
- la piattaforma, in qualità di società intermediatrice che eroga il servizio, in caso di morosità si impegna ad attivare nell’immediato un programma di recupero crediti;
Si consideri che la valutazione del rischio per gli investitori, e quindi per l’intera struttura, è prioritaria, affinché possano decidere se finanziare o meno la domanda dei richiedenti, iscritti alla medesima piattaforma; in genere gli investitori possono scegliere se affidare il loro credito all’intermediario, lasciandogli il compito di gestirne la partizione, oppure possono valutare liberamente quali richieste finanziare. Ed è proprio in questo secondo caso che viene stabilito il livello di rischio massimo accettabile e il tasso di rendimento desiderato.
Tutto il circuito del finanziamento, appena descritto, avviene totalmente on line, nel pieno rispetto della privacy, compilando una richiesta, che viene gestita in brevissimo tempo, infatti seguirà una risposta di approvazione, o meno, nelle successive 24/48h. Ed è proprio questo aspetto, ossia che avviene tutto online, a ridurre i costi dell’intermediazione bancaria.
Ricordiamo ancora una volta che i prestiti tra privati sono sicuri e convenienti: sicuri perché la società, che mette in contatto domanda e offerta è autorizzata e supervisionata dalla Banca d’Italia; convenienti perché i tassi di interesse sono più alti per i richiedenti e più bassi per gli investitori, ciò è possibile perché,venendo meno l’intermediazione bancaria, sono di molto inferiori i costi di gestione. Ma ricordiamo anche che le piattaforme P2P, benché si possa dire che erogano prestiti di natura “sociale”, in quanto sostenuti da privati cittadini, come abbiamo appunto spiegato, devono garantire che il flusso dei finanziamenti non venga interrotto o ostacolato, ecco perché è necessario che il sistema di rating valuti attentamente il profilo creditizio di ogni richiedente.
Ed ecco perché non tutte le domande, inoltrate all’interno di queste piattaforme, possono essere accolte indistintamente.